Pagina:Economisti del Cinque e Seicento, Laterza, 1913.djvu/273

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gli spagnoli delle comoditá degli altri paesi (troppo sterile essendo in alcune parti la Spagna, troppo sossiegata la nazione, che sdegna non meno il lavoro dell’arti che la mercatura), hanno fatto che non solo nella Spagna stessa, ma per tutta quasi l’Europa, ove si va spendendo il loro oro ed argento, sono cresciute di prezzo non meno le terre che i frutti d’esse e l’opere stesse manuali, mercecché tutte insieme s’uguagliano sempre in valore a tutta insieme la moneta che in commercio va correndo: onde ora, che tanto piú d’oro abbonda la cristianitá che prima non era, piú del medesimo ne tocca a ciascuna cosa per suo prezzo e valore.

Ricavò in quegli anni il medesimo Rodino da’ libri dell’entrate regie, che piú aveva reso la Francia al suo re in 53 anni, dal 15 15 al 156S, che non aveva fatto in 200 anni avanti; e notò che giá in 50 anni erano cresciuti si fattamente i prezzi de’ campi, che tre volte tant’oro in peso si pagavano di quel che 50 anni prima si compravano; anzi aggiunge che ormai la contea di Avignone rendeva il doppio d’entrata annua di quanto fu giá venduta in capitale, e che il simile, o poco meno, facevano tutti gli altri Stati. Onde non è maraviglia se si contano a’ nostri tempi l’entrate regie di Francia a tanti milioni, che a’ tempi di san Luigi erano cosi scarse, che, rimasto quel santo principe prigioniero di Saladino soldano d’Egitto, ebbe a lasciar pegno a quel barbaro l’ostia consacrata, che il santo re seco portava, per ritornar in Francia a sollecitare in persona l’ammasso di 200 mila bisanti d’oro, ch’era tassato il suo riscatto: eppure 200 mila bisanti non erano che 500 mila lire di tornesi, secondo il calcolo che ne fa il padre di Sonville, riferito dal Bodino nel suo giá mentovato trattatello Delle monete.

Lo stesso narra Plutarco che succedesse a’ tempi di Paolo Emilio in Roma, ove, appena ebbe egli portato dalla Macedonia soggiogata e da’ tesori di Perseo suo re le copiose ricchezze adunate prima in quel regno, che i prezzi de’ campi, e per conseguenza dell’altre cose, ascenderono al triplo di prima. Ed a’ tempi d’Augusto narra Svetonio che egli portò da Epiro si gran copia d’argento ed oro, che i campi crebbero di prezzo e l’usure scemarono.