Pagina:Economisti del Cinque e Seicento, Laterza, 1913.djvu/346

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arrestava il corso che la mancanza d’argenti, che però per ogni via si pruccuravano. Avevano molte altre zecche contrafatto totalmente il conio di Francia, per non incontrare, con la differenza, difficoltá nello spenderli in Turchia; ma la zecca di Firenze volle batterle col vero impronto e nome del suo principe, solo intanto rassomigliando a quelle di Francia, in quanto da un lato avevano le francesi la testa del suo re coronata di corona francese, e queste la testa del granduca coronata della corona di Toscana; quelle dall’altro lato lo scudo di Francia con tre gigli, e queste un simile scudetto con la palla superiore di quelle de’ Medici ornata di tre gigli; e le lettere intorno palesavano sinceramente il nome del principe.

Ma finalmente, riempito di questa moneta il Levante, sicché non trovavansi quasi piú pezze da otto, ma per tutto correva temini, cominciarono a dolersi gli altri mercanti d’Europa che non potevano ne’ loro contratti ricevere a prezzo di loro mercanzie monete di tanto scapito: onde, sebbene a qualche rumore che ne mosse il bassa del Cairo fu provveduto con buoni donativi a lui medesimo, nondimeno, non potendo piú a lungo durar occulta la cosa, ne giunsero finalmente al gran visir le doglianze, il quale ordinò subito, ma tardi, che non fossero ricevute né spese che a ragione di 12 alla pezza da otto, altrimenti restassero proibite. E cosi restarono di piú batterne le zecche maggiori.

Ma li francesi ben tosto trovarono nuovo ripiego per farci guadagno, battendole a lega piú bassa; nel che ebbero fortuna, che per qualche tempo i turchi non conobbero la frode, bastando loro vedere quel bel conio. Ma, perché non potevano i mercanti francesi battere cosi alterate tali monete nelle zecche del loro re, s’avvisarono d’andare a farle battere in altre zecche di piccioli principi, che, con qualche porzione del profitto, ne diedero loro il comodo; ed il Taverniere nomina quella della principessa di Dombes, quella d’Oranges e quella d’Avignone, sebbene la croce improntata su quella d’Avignone non piacque a’ turchi. Ed in Italia dice egli che ne furono battute a Monaco, Massa ed in altri luoghi di quei feudi imperiali che sono intorno al Genovesato. Ma l’ingordigia del guadagno fece si che la lega a