Pagina:Economisti del Cinque e Seicento, Laterza, 1913.djvu/43

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Moneta d’argento.

Quella di oro valerá lire 7 imperiali: a denari 22, ne anderanno in numero 113 ’/? ^^’^ libra. Quella di argento valerá soldi 35 imperiali: di leghe io 1/2, ne anderanno in numero 36 alla libra.

Ora, per mostrare di quanta importanza sia il porre o imprimere su le monete di qualunque sorte tutte le dette quattro note, o almeno le tre con l’ordine suddetto, dico ch’essendo dai nostri antichi giá stata fatta elezione dell’oro e dell’argento, come cosa piú al proposito per fare i danari, i quali fossero come mezani per poter fare molte sorti di contratti tra tutte le genti in tutto il mondo, fu anco avuta l’intelligenza, si può dire da Dio, di usare i numeri e la ragione dei conti aritmetici; accioché, col mezo loro, si potessero e dovessero fare i partimenti di essi preciosi metalli, con giusta e real corrispondenza e concordanza e delli pesi e delli valori, nel ridurli ad uso di essi danari, onde poi il «compendio» ed il «dispendio» (cosi dagli antichi con tali vocaboli chiamati e nominati) fossero fatti con ogni sorte di perfezione. Ma, perché quasi sempre sopra questo cosi alto maneggio sono stati diversi i pareri degli uomini, e fatti gli ordini diversi e non conformi, cioè da un paese all’altro, perciò le cose di essi danari sono sempre andate con disproporzione quanto sia in universale, si come di tempo in tempo si è veduto ed anco ora si vede. E perché il porre

Economisti del Cinque e Seicento.