Pagina:Economisti del Cinque e Seicento, Laterza, 1913.djvu/76

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In questa tariffa si mostra il manifesto del rame, eh’ è il valore ed il peso, e non occorre far menzione di alcuna sua intrinsica bontade, se bene alle volte ve ne fosse qualche poca; essendoché in far esse monete si adopererá il rame si come egli è nella sua nativa qualitade, e sará cosi buono l’antico, l’usato e il rotto (quando però sará foso o collato), com’è quello che giornalmente dalle minère si cava.

E cosi col mezo di questi ordini espressamente si mostra che, nel far le dette monete, l’oncia del rame viene necessariamente valutata un soldo, cioè denari 12, e la libra vien valutata soldi 12 d’imperiali, e dieci libre, che sono once 120, vengono valutate soldi 120, che fanno lire 6 d’imperiali, che sono il valore di un’oncia d’argento di coppella, come tutto ciò nella detta tariffa manifestamente si vede. E questo è il vero e real partimento che si dovrá tenere nel far le dette monete.

Le note, che imprimere si dovranno su queste e simili monete, saranno solamente due: la prima delle quali averá due significati, cioè dimostrerá il numero dei bagattini che valerá quella moneta, e parimente quanti denari ella peserá; la seconda denoterá il numero di quante n’anderanno all’oncia, all’oncia però dipendente dal campione della giá detta libra di Bologna. Ma, in quanto dei bagattini e d’ogni altra sorte di simili monete di rame che sinora fatte si trovano, dico che anco esse si dovranno spendere per il suo real valore, avendo però riguardo al loro giusto peso, come se di nuovo fossero state fatte e coniate sotto l’ordine in detta tariffa descritto.

CAPITOLO XXXIV

Essempi per mostrare quanto si è detto sopra il fatto dell’argento giá coniato, e che cosa importa la concordanza tra l’oro e l’argento.

Avendo col mezo delle tariffe e delle cose descritte nel precedente capitolo dimostrato, come credo, qual sia la giusta forma o proporzione tra l’oro e l’argento ed il rame, cosi delli pesi come