Pagina:Elegia scritta in un cimitero campestre.djvu/15

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XV


Chiare vie più che bel raggio sereno
Chiude il mar gemme entro a’ suoi cupi orrori;
E non veduti fior tingono il seno,
56E per solingo ciel spargon gli odori.

Forse un rustico Ambdèno ha qui l’avello,
Che al tiran de’ suoi campi oppose il petto,
Un oscuro Miltone, od un Cromuello,
60Non mai del sangue de la Patria infetto.

Tener grave Senato intento e fiso,
Di duolo e danni non temer minaccia,
Sparger su regni con la copia il riso,
64E la sua vita altrui leggere in faccia,

Vietò lor sorte: pur se non concede
Che virtù emerga, fa che ’l vizio langue.
Quindi nessun la via chiuse a mercede,
68Empio, nè al trono unqua nuotò pel sangue.

Nessun di coscienza il verme rio
Compresse, o spense un candido rossore;
Nè incensi al lutto, e a la superbia offrio,
72Arsi a la fiamma de le sacre Suore.