Pagina:Elegia scritta in un cimitero campestre.djvu/19

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XIX


Ma se di te, che in semplice favella
Narri storia di gente oscura umìle,
Fia che brami saper qualche novella
96Quà giunto a forte spirto ermo e gentile;

Spesso, forse dirà Pastor canuto,
La rugiada crollar giù da l’erbetta,
Frettoloso in su l’alba i’ l’ho veduto,
100Per incontrare il Sol su l’alta vetta.

Sotto quell’ondeggiante antico faggio,
Che radici ha bizzarre e sì profonde,
Prosteso e lento, al più cocente raggio,
104Fiso ascoltava il mormorar de l’onde.

Ora ridente di schernevol riso
Movea presso quel bosco il passo errante,
Mormorando sue fole, or mesto in viso,
108O pien di cure, o disperato amante.

Una mattina in su l’usato monte
Io più nol vidi al caro arbore appresso:
Venne poi l’altra, e pur in quella al fonte
112Non si mostrò, nè al poggio, o al bosco istesso.