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elementi di economia pubblica. 293

isterilisce ed annichila al proprietario la sorgente delle ricchezze, si verrebbe a fare il miglior uso, sia in proprio vantaggio, sia in quello del pubblico, della fatale ma necessaria disuguaglianza de’ beni. Così il variar le colture non può non esser caro a quel privato che considera e calcola la varietà delle risorse e la maggiore moltiplicità delle azioni delle quali diventa distributore; moltiplicità di azioni, in cui la vera ricchezza consiste, e che è il segno più naturale e più stabile della prosperità.


Cap. V. — del regolamento dell'annona.

39. Le precedenti teorie ci conducono naturalmente, e ci danno de’ mezzi onde sciogliere il tanto dibattuto problema della libera o non libera negoziazione delle derrate, che servono di alimento alla nazione, e principalmente della derrata di prima necessità, cioè il frumento. Noi intraprendiamo a trattare un grande e delicato argomento, su del quale non sono meno divise le penne di coloro che scrivono, come gl’interessi di coloro che eseguiscono; argomento reso oscuro dall’intralciata complicatezza di tante opposte mire, e reso delicato da quelle sorta di dispute che sono troppo terribili ai nudi seguaci della pacifica ragione. Molti volumi sono stati scritti su tale importante materia; e se io volessi stendere tutto ciò che appartiene a questo soggetto, esaminare tutti i sistemi, combattere tutte le obbiezioni, spingere i sofismi negli ultimi loro ritiri, dovrei assorbire per questo solo capo tutto quel tempo che consumar si deve all’intiera scienza.

Io mi accontenterò dunque d’indicare i principali punti di vista, dai quali, più che dalle mie asserzioni, potrà ciascuno cavare da sè stesso un chiaro e distinto risultato. Per procedere con chiarezza e con precisione, noi distingueremo varj casi ne’ quali le nazioni si trovano. Nel novero di questi casi ci contenteremo di alcune soluzioni ipotetiche e condizionate, non assolute e generali, come la natura stessa delle circostanze esige dall’avveduto politico, che non vuole azzardare nè in fatto nè in opinione la sussistenza e la vita di migliaia di persone.