Pagina:Elogio della pazzia.djvu/134

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della pazzia 121

in una fossa inosservata, ove si rompono la testa contro un sasso. Mentre si sono guastata la vista col lungo contemplar troppo da vicino la natura, e mentre il loro spirito è sempre in viaggio, si vantano di distinguere le idee, gli universali, le forme separate, le materie prime, le quiddità, l’ecceità, ecc.; tutti oggetti così piccoli, che, se non m’inganno, non potrebbero distinguersi nè meno cogli occhi di Lince. Ma in alcun’altra scienza non disprezzasi mai tanto il profano volgo come nelle matematiche, le quali consistono in triangoli, in quadrati, in circoli e in altre simili geometriche figure, che poi sovrappongono le une alle altre, e le confondono a guisa di labirinto: finalmente sbalordiscono gl’idioti