Pagina:Elogio della pazzia.djvu/181

Da Wikisource.
168 elogio

tanta fortuna, fu da essa abbandonato, e cadde nell’ultima miseria. Non dicesi forse comunemente che tutto riesce felicemente agli stolti, e che anche il male si cambia per essi in bene? Ma tutto al contrario suol accadere ai savj; infatti dicesi per proverbio: Colui è nato come Ercole nel quarto giorno della luna, quindi non può aspettarsi, al pur di lui che pene: è montato sul cavallo di Seiano, ebbene si romperà il collo; il suo danaro è di Tolosa, e gli farà poco prò Ma non più proverbj, altrimente potrebbe sembrare che avessi saccheggiati tutti i commentarj del mio Erasmo.

Ritorno pertanto al mio assunto, e dico, che la Fortuna ama soltanto quelle persone che non riflettono a nulla, e che si compiace di beneficare gli storditi e i temerari: quelli - in una parola che dicono come Cesare al Rubicone: Il dado è tratto. La saviezza non fa che inspirar timore; onde la condizione