Pagina:Elogio della pazzia.djvu/67

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vero, quel che sembra infame è glorioso, quel che par dotto è ignorante, quel che sembra robusto è debole, quel che par nobile è ignobile, quel che par lieto è triste, quel che sembra favorevole è contrario, quel che par amico è nemico, quel che sembra salubre è nocivo; in una parola se si apre il Sileno in un momento si cambia la scena. Vi sembra forse ch’io vi parli troppo filosoficamente? Ebbene, mi spiegherò con maggior chiarezza.

Voi tutti siete persuasi, che un re sia molto ricco, e che sia il padrone de’ suoi sudditi; ma s’egli ha in petto un cuor brutale, se è insaziabile nelle sue brame, se non è mai contento di ciò che possiede, non mi accorderete voi che sia miserabilissimo? Se si lascia trasportare da’ suoi vizj e dalle sue passioni, non divien'egli uno schiavo de’ più vili? Potrebbesi ragionare nello stesso modo su tutte le altre cose; ma basti quest’esempio. E a quale oggetto, voi mi risponderete, ci dite questo? Abbiate un po’ di pazienza, e vedrete ove vado a colpire. Se avvicinandosi qualcuno ad un comico mascherato, mentre eseguisce la sua parte, tentasse di strappargli la maschera per iscoprire il suo volto agli spettatori, non isconvolgerebbe costui tutta la scena? Non meriterebbe costui d’essere scacciato a sassate come un goffo e un petulante? imperocchè questi comici smascherati farebbero immediatamente una nuova figura, si vedrebbe che la donna era un uomo, che il giovane era un vecchio, che il re era un meschino, che il Dio era un uomo da nulla: ma il voler togliere l’illusione è uno sconvolgere tutta la scena, essendo appunto trattenuti gli occhi degli spettatori da questo cambiamento d’abiti e d’aspetto. Veniamo all’applicazione; che cos’è mai la vita umana? Una vera commedia. Ciascuno vi rappresenta un diverso perso-