Pagina:Emma Ivon - quattro milioni, Sommaruga, Roma, 1883.djvu/107

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quattro milioni 101


— Eh, caro mio - esclamò il conte con un sospiro dove sono andati mai que’ bei tempi tranquilli?

— Come, come! - sclamò Stambecchi - Tu milionario rimpiangi i tempi dei venti franchi al giorno?

— Io sì. Non lo crederai, ma li rimpiango.

— Ma perchè?

— Eh perchè! Perchè. Tu non sai che vogliono intentarmi la causa per nullità di testamento?

— Davvero? - sclamò Stambecchi, fingendo di non saper nulla. - Chi?

— Mio zio Gabriele Rocca-Serena. Me lo ha detto Cesare Vallieri.

— Ma su che pretesti?

— Sul pretesto che la Eleuteria fosse matta.

— Oh, la vedremo! - sclamò Stambecchi - Vecchio birbante!

— Tu potrai essere buon testimonio ch’ella non aveva neppur l’idea della pazzia.

Era un po’ originale, ma tutt’altro che pazza!

— Tu sei uno dei migliori interessati a non lasciare che il testamento si muti; giacchè se per caso s’avesse a dichiarare nullo, saresti il solo che ci perderebbe ogni cosa, perchè eri separato da lei.