Pagina:Emma Ivon - quattro milioni, Sommaruga, Roma, 1883.djvu/11

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tano i loro libri per l’amore di gloria e per guadagnar dei quattrini. Io, che non sono altro che un’umile artista, ho scritto per isfogarmi, pur senza speranza di avere la giustificazione.

Come è ben lecito pensarlo, il mio libro non potrebbe essere stato scritto da altri. Se così fosse, non avrebbe più nessun valore! Chi mi conosce, del resto, sa che io so abbastanza connettere, e che scrivo in modo da farmi capire. Nella mia vita ho accostate tali persone ammodo, tali ingegni, tali personaggi illustri, che non avrei potuto rimaner un’idiota, neppur volendo.

Dico questo, perchè ho letto in parecchi giornali certe lievi insinuazioni, che mi hanno un poco ferita.

Ai signori giornalisti poi io mi volgo seriamente e senza false reticenze, domandando loro un poco di indulgenza. Non è che mediante questa bella virtù delle anime buone, che si può giungere a capir bene l’anima altrui! Perchè mi si tratterà di nuovo così male come fui trattata, specialmente a Milano, al tempo del mio processo?