Pagina:Emma Ivon - quattro milioni, Sommaruga, Roma, 1883.djvu/119

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quattro milioni 113


Don Gonzalo aveva letta la cosa anche lui sul giornale del mattino, ma non conoscendo menomamente la persona a cui si alludeva, non ci aveva badato più che tanto. Si interessò moltissimo e subito, quando gli amici gli dissero che l’arrestata era bella molto e passava per essere l’amante del duca Raimondo Delpardo, a cui egli era stato presentato al club. Gli aggiunsero che si trattava d’un vero romanzetto misterioso, in cui c’entrava la cupidigia, la furfanteria, la smania di farsi sposare, o quanto meno di farsi fare una carta d’obbligo.

Une coquine! - sclamò don Gonzalo.

— E come! Chi l’avrebbe detto! Con quegli occhi da serafino e quei capelli che parevano matasse d’oro e di luce....

— Molto bella dunque? - domandò lo spagnuolo a cui già brillava lo sguardo.

— A chi piace è bellissima - rispose l’amico - A me, per esempio, è antipatica come il fumo negli occhi. Io credo ch’ella sia la personificazione e la quintessenza dell’egoismo, dell’avidità e della freddezza.

— Gigi non le può perdonare d’essere stato condotto un po’ per le belle sale - osservò un terzo.

— Ma che belle sale! Ell’è una volgare