Pagina:Emma Ivon - quattro milioni, Sommaruga, Roma, 1883.djvu/185

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quattro milioni 179


cevere fra poco tempo le mensilità lasciatemi mia povera moglie, non potrei fallare a darmi per morto di fame.

— Non capisco. Un uomo come lei, ancor giovine, sano, - non deve dir così. La mi promette dunque di non ripetere le scenate dell’altra sera?

— L’altra sera, se ho da dirle il vero, stavo un po’ troppo bene. M’avevano fatto bere un bicchiere di più.

— Dunque mi promette? - insistè il delegato.

— Sì, sì, glielo prometto - risposo Stambecchi - lei vedrà che non avrà più a lamentarsi di me.

Uscito di là. Stambecchi corse difilato dall’avvocato a pregarlo di andar subito in tribunale per assodare la sua posizione come separato da sua moglie.

Questi gli fece capire che se non metteva un deposito per le spese non si sarebbe mosso, e a Stambecchi toccò di lasciargli lo ultimo cinquanta lire che aveva portato dall’America.