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quattro milioni 195


volo, in mezzo a due bei vasi del Giappone carichi di fiori e ad altri ninnoli di Sèvres, e lesse sur un d’essi il nome della contessa Anna Rocca-Serena, sormontato dalla sua brava corona a nove punte. Era una carta di visita di sua nipote, dimenticata là fra le altre. La pigliò in mano come per leggerla, e senza farsi scorgere la intascò.

Egli aveva formato il suo piano di guerra.

La mattina dopo si alzò per tempo e si mise in corsa.

Per trovare la levatrice della contessa, della quale non aveva potuto conoscere il nome da questa, come abbiamo veduto - egli non aveva a far altro che andar a cercare nei registri della parrocchia dove era stato battezzato il piccolo Eleuterio.

Entrò in sagrestia.

— Sono venuto - disse - a levare la fede di battesimo del contino Eleuterio Rocca-Serena figlio del signor conte Dario, che abita nel palazzo Tricomo.

— Ah, caro signore - gli rispose il prete al quale egli s’era indirizzato - noi non abbiamo avuto l’onore di battezzare il signor contino. Esso nacque qualche mese prima di venire ad abitare il palazzo ereditato da sua zia.