Pagina:Emma Ivon - quattro milioni, Sommaruga, Roma, 1883.djvu/227

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essere felice. Questa madre non ha commesso una cattiva azione distaccandosi dal proprio figlio. E quelle che li mettono alla ruota, allora, e senza neppur un segno per andarli a levare? Dunque, che difficoltà c’è che io la conosca?

— Lei parla bene, ma vede... ci sono tali disturbi... io ho molto lavoro...

— Ho capito! - sclamò Stambecchi - perchè non dirlo addirittura? Io mi sono scordato di parlare di ciò, ma lei ha perfettamente ragione di farmene, risovvenire. Ebbene - proseguì - io sono pronto a darle un biglietto di duecento cinquanta franchi se per domani a quest’ora lei è buona di far trovar qui la madre di Eleuterio e di nascondermi là in quell’armadio, giurandomi, ben inteso, sul suo santo protettore, che non m’ingannerà e che non la imboccherà.

— Io sono pronta a giurare su quello che vuol lei, perchè so di aver detta la verità, la pura verità e null’altro che la verità.

Si capiva che la levatrice era pratica di procedure criminali.

— Vuole una caparra? - domandò Stambecchi movendosi verso l’uscio.

— So bene che la mi burla, signor marchese. Una persona come lei!