Pagina:Emma Ivon - quattro milioni, Sommaruga, Roma, 1883.djvu/238

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La levatrice, che non vedeva l’ora di levarsela dai piedi, pensando che il marchese di Filadelfia doveva star un po’ a disagio nell’armadio e sopratutto che uscendo le avrebbe dato un biglietto di duecentocinquanta lire, stava per congedarla, quando le imposte dell’uscio d’ingresso si schiusero e una guardia municipale si affacciò chiedendo della signora Marchisella.

— Sono io - disse la levatrice, e voltasi alla donna: - Dunque domani, a questa stessa ora. Stia bene.

La madre uscì.

Allora lo sconosciuto, che s’era fatto in disparte per lasciarla passare, disse alla Marchisella:

— Potrebbe favorir qui fuori un momento?

— A far che? - domandò questa.

— Debbo constatare una piccola contravvenzione ai regolamenti municipali sul campanello - disse il finto sorvegliante.

— Bene, la si fermi un momento, che vengo subito - replicò la levatrice, e richiuse le imposte dell’uscio corse all’armadio e lo aprì.

— È contento, signor marchese?

— Contentissimo - rispose questi avviandosi verso l’uscio, intanto che estraeva il portafogli - Ecco ciò che le ho promesso.