Pagina:Emma Ivon - quattro milioni, Sommaruga, Roma, 1883.djvu/24

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— Ebbene - disse Dario, parlando sottovoce all’orecchio della zia - erano ormai cinque anni e mezzo che io non mettevo il piede nella stanza da letto di mia moglie...

— Lo so, lo so! - sclamò la contessa Eleuteria ridendo. - Belle cose! Vergogna!

— Se tu, cara zietta, mi prometti che il rampollo dei Rocca-Serena non sarà poi un povero diavolo come suo padre, io ti prometto di tornare a far letto insieme coll’Annetta.

— E se fosse una femmina? Una pettegola?

— Se fosse una femmina, dovresti prometterle almeno una dote.

— Va là, va là! Tu fa in modo di fartelo fare, e poi lascia pensare a chi tocca - conchiuse la contessa, dando a suo nipote un buffetto sulla guancia.

Il conte Dario, che sapeva essere ciò superiore alle proprie... inclinazioni, prese un partito. Egli, che fino allora aveva chiuso un occhio e mezzo sulle scappate di sua moglie, chiuse anche l’altro mezzo. Il male è che la signora Annetta non voleva dare ascolto al