Pagina:Emma Ivon - quattro milioni, Sommaruga, Roma, 1883.djvu/37

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quattro milioni 31


Non le si conosceva ancora nessun amante.

Chi la seguiva in istrada per tastarla, e cominciava ad ammirare di dietro il colore straordinariamente bello e fulgido di certi torciglioni di trecce che le cadevan sulla nuca, dubitando della loro autenticità - vere matasse di sole filato, - riusciva a vederla svoltare dignitosa nella sua porta, senza che ella si fosse mai degnata di rivolgergli uno di quei taciti e quasi impercettibili segni, che agli inseguitori di donne mettono il coraggio in corpo o di porsele a paro o di seguirle su per le scale.

Ell’era una di quelle figure, che vedute anche soltanto per di dietro non lasciano freddo un uomo in cerca di bonnes fortunes. Il suo corpo era una meraviglia! Quando poi le si vedeva il viso, l’uzzolo sensuale si mutava in ammirazione. Tutti erano del parere che ella fosse bellissima, e che il possederla fosse da mettersi nel numero delle grandi conquiste.

Far ritratti di donne non è, e non può essere, il mio forte.

Io abborro, anche quando leggo i romanzi degli altri, quel passare in rivista ad una ad una le parti del viso e del corpo duna bella creatura, come si farebbe l’inventario d’un rigattiere.