Pagina:Emma Ivon - quattro milioni, Sommaruga, Roma, 1883.djvu/59

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più antiche e più ricche di una città della Emilia.

Era venuto ad accasarsi a . . . . coll’assegno paterno - tre mila franchi al mese - dopo essersi diviso da una moglie avventuriera, che lo aveva sedotto, e che era poi scappata con un cantante francese a Cracovia.

Nessuno ne sapeva nulla di questa sua sventura. Ella non gli scriveva mai.

Il duca abitava una palazzina in un quartiere giù di mano e non usciva mai di casa che in carrozza, piovesse, tempestasse o cadessero polvere e lapilli. Tutto al contrario di certi ricchi, i quali, quando fa brutto tempo e sarebbe tanto comodo di usar del veicolo, non osano far attaccare per paura di infreddar i cavalli, e stanno a casa, oppure escono coll’ombrello e coi calzoni arrovesciati in sù all’inglese per risparmiare l’orlatura, o mandano a pigliar la carrozza di rimessa.

Raimondo spendeva regolarmente i suoi trentasei mila franchi di assegno, ma non faceva un centesimo di debito. Era un giovane rangé. Amava tutto ciò che sa di arti belle, di sport, di galanteria, ma senza passione. Non giuocava, non faceva correre, non scommetteva. Amava il melodramma, ma odiava la letteratura e il teatro di prosa... e tanto più quando era in versi.