Pagina:Emma Ivon - quattro milioni, Sommaruga, Roma, 1883.djvu/94

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se fosse stato qualche poffarbacco dei Rocca-Serena o dei Tricomo, mi avrebbe seccato assai.

— Quando è così - disse l’esecutore testamentario - ella è dunque pronto ad accettare il lascito di sua moglie senza beneficio d’inventario?

— Sì, sì, accetto, senza beneficio d’inventario. Diamine! Quanto ha lasciato mia moglie?

— Quattro milioni e mezzo.

Stambecchi die’ un balzo sulla sedia.

— Quattro milioni e mezzo? - sclamò - Che ladra d’un’Eleuteria! A me dava sempre a intendere di non possedere più di un pajo di milioni.

— Ma ella faceva economia. E poi ereditò dal vecchio conte la sua parte di legittima.

— E l’erede quanti anni ha?

— Non ha che due mesi.

— E se morisse?

— Se morisse, il testamento della contessa parla chiaro: in caso di morte del figlio del conte Dario mio erede universale, la sostanza andrà divisa fra i miei parenti collaterali, come se io fossi morta intestata.

— Ed io?

— Lei non avrebbe più nulla.

— Allora è meglio che viva. Ma nessun parente fece opposizione al testamento?