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minciò con lo stanziare 10,000 lire per i bisogni della biblioteca Alessandrina, cioè della Sapienza; l’assessore conte Guido di Carpegna, che si rese veramente benemerito di Roma, diedesi a propugnare la creazione della scuola professionale sul sistema di quelle di Milano e di Firenze, ove le alunne potessero non solo ricevere una educazione bastevole, ma nella quale esse trovassero mezzo di addestrarsi nei mestieri, destinati a procurar loro un guadagno.

Intanto si fondava in via delle Quattro Fontane la scuola normale, affidandone la direzione a Giannina Milli, che accoppiava al dono naturale della poesia, una bella cultura ed un amore vivissimo per gli studi. Quella scuola fu subito frequentata da 160 alunne divise in tre corsi e vi erano unite scuole preparatorie ed elementari. Alla mancanza di scuole in alcuni rioni, il conte di Carpegna provvedeva come poteva, e intanto si dava cura di epurare anche il corpo degli insegnanti, reclutato in fretta nei momenti di maggiore necessità, allorché trattavasi soprattutto di poter aprire scuole per sottrarre l’insegnamento dalle mani dei clericali.

E il Municipio, prima di prendere le vacanze di primavera, approvava pure il regolamento per il Museo artistico-industriale, istituzione assolutamente moderna e conforme ai bisogni dell’industria nei nuovi tempi.

In gennaio, all’Università, fu solennemente commemorato il quarto centenario di Copernico. Il grande scienziato di Thorn aveva insegnato qui, come in altre università italiane. A Roma vi venne a 27 anni, e il busto, che fu inaugurato il giorno della commemorazione, lo rappresenta appunto in quell’età. I ministri Scialoja, Lanza e Sella vollero, intervenendo alla festa, renderla più solenne. I discorsi furono pronunziati dal rettore Serafini e da Domenico Berti, e la festa riusci veramente degna del grande emulo di Galileo.

Qualche mese più tardi in quella stessa aula s’inaugurava il Museo di agricoltura, che ha dato in seguito così bei risultati.

L’impulso agli studi non veniva soltanto dal Municipio e dal Governo, ma anche dai privati. Roma ebbe per iniziativa di Cesare Correnti il suo «Circolo Filologico», che mise stanza nel Palazzo del Drago in via in Arcione. Ma dopo alcuni anni decadde e non è più potuto risorgere. Si ebbe pure fin d’allora un «Circolo Tecnico» in via della Valle, un «Circolo Giuridico». Anche la «Società Geografica» era già in vita, ma doveva tenere le sedute nell’aula dell’Università per mancanza di locali. Nella seduta appunto del 30 marzo di quell’anno, che era presieduta dal Correnti, fu acclamato presidente perpetuo Cristoforo Negri.

Vi era in quel tempo anche nel campo dell’arte un sensibile risveglio. Molti artisti si preparavano per esporre alla mostra mondiale’ di Vienna e in ogni studio recavansi a vedere i lavori il Principe e la Principessa di Piemonte. Andarono pure nello studio di Giulio Monteverde, il quale aveva terminato il suo Jenner, statua che fu tanto ammirata a Vienna e che ha acquistato una così estesa notorietà per le molte riproduzioni che se ne sono fatte. La Principessa poi visitava anche le esposizioni, assisteva ai concerti, alle rappresentazioni della Società Filodrammatica Romana al «Metastasio», presieduta dal Duca di Marino, e soprattutto entrava nelle scuole ove gli alunni in meno di un semestre erano sensibilmente aumentati. Infatti al 1° gennaio si avevano 4618 frequentatori, e al 1° maggio 7493.

La beneficenza non era punto trascurata dalla Principessa di Piemonte nè dal Re. Ambedue avevano dato un largo obolo alla Società carnevalesca «Pasquino», che aveva tenuto una fiera al Campidoglio, e il loro esempio veniva seguito tanto dai bianchi quanto dai neri. Anche le signore clericali avevano fatto la loro fiera al Palazzo della Cancelleria, nella grande sala dipinta dal Vasari,