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Il 1888.


La Messa d’oro — La destituzione del sindaco — La decisione della Giunta — Il trattato di commercio italo-francese — Il Papa alle deputazioni diocesane — Un’altra messa in San Pietro — Il Sultano e i principi Torlonia — La commemorazione della morte di Vittorio Emanuele — I funerali del general Kanzler — La posa della prima pietra del Policlinico — Crisi operaia e gravi disordini — Si riprendono i lavori — Demolizione dell’Apollo e inaugurazione dell’Argentina — La salute del Principe Imperiale di Germania e la Camera italiana — Bismarck a Crispi — Morte di Guglielmo II — Il Re a Sampierdarena — Telegrammi e condoglianze — I funerali dell’Imperatore — I Sovrani a Firenze — La disgrazia del forte Tiburtino e il pericolo corso dal principe ereditario — Le LL. MM. e S. A. R. a Bologna — L’interpellanza Bovio sulla politica estera — Il Libro verde sull’Africa e la sua discussione alla Camera — Il nuovo Codice Penale — Le LL. MM. e S.A.R. a Bologna per l’ VIII centenario di quello Studio — Morte di Federico III — Condoglianze della Camera — Lutto della Corte Corona del Re — Legge ferroviaria — Riforma comunale e provinciale — La Camera in vacanza — L’inaugurazione della scuola Regina Margherita — La linea Roma-Sulmona — I Sovrani nelle Romagne — Il matrimonio Aosta-Napoleone — Il ritorno della Corte a Roma — L’arrivo dell’Imperatore di Germania — Il Guiccioli ai Romani — Colazione dal signor Schloezer — Visita al Papa — Ritorno al Quirinale — Pranzo di gala e brindisi — Rivista a Centocelle — Il ministro della guerra ai soldati — Il ricevimento in Campidoglio — La domenica dell’Imperatore — Sovrani a Napoli — Il varo dell’«Umberto» — La rivista — A Pompei — Ritorno alla capitale — Illuminazione del Foro — L’imperatore e i bersaglieri — Partenza — Roma d’ottobre — Pizzardoni a cavallo — Congresso italiano di medicina — Il nuovo locale sanitario — Riapertura del Parlamento — Il Codice penale e la riforma comunale e provinciale al Senato — Morte del Principe Eugenio di Carignano — Lutto dell’Italia — Morte di P. S. Mancini — Una conferenza anti-schiavista — Il Papa al Sacro Collegio — Crisi ministeriale — Rimpasto — Te Deum in San Pietro.


All’alba del 1° gennaio 1888, quando nei lampioni del gaz brillava ancora una luce incerta, e mentre un vento gelato tagliava la faccia, una fitta fila di carrozze ingombrava le strade che conducono a S. Pietro: erano le pesanti e funeree berline dei monsignori e dei cardinali, quelle sfarzose dell’aristocrazia e del corpo diplomatico, che si confondevano con gli omnibus e con le botti sgangherate, ma tutte erano egualmente piene, e in tutte era gente egualmente ansiosa di giunger presto per assicurarsi un posticino nell’immensa Basilica Vaticana, ove il Papa doveva celebrare la sua Messa d’Oro.

La piazza di S. Pietro era occupata da due reggimenti di fanteria, da un battaglione di bersaglieri e tra la folla circolavano numerosi i carabinieri e le guardie.

All’obelisco la piazza era diametralmente sbarrata da un doppio cordone di fanteria, che si apriva di tanto in tanto per lasciar passare un limitato numero di persone, e le carrozze degli invitati.

L’ingresso per i pellegrini era a sinistra del tempio, dal portone di Carlomagno; quello degli invitati dalla Sagrestia.

Per varcare il portone di Carlomagno bisognava far uso dei gomiti e, benché i carabinieri predicassero calma, la folla urlava, piangeva e molti svennero in quella calca. Dal portone si penetra