Pagina:Eneide (Caro).djvu/352

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[270-294] libro vii. 311

270Giano con le due teste, e gli altri regi
Tutti di mano in man, che combattendo
Non fur di sangue a la lor patria avari.
Pendean da le pareti e da’ pilastri
Un gran numero d’armi e d’altre spoglie
275Prese in battaglia. Ai portici d’intorno
Carri, trofei, catene, elmi e cimieri
E securi e corazze e scudi e lance
E rostri di navili e ferri e sbarre
Di fracassate porte erano affisse.
     280In abito succinto, e con la verga
Che fu poi di Quirino, e con l’ancile
Ne la sinistra esso re Pico assiso
V’era, pria cavaliero, e poscia augello:
Ch’in augello il cangiò la maga Circe,
285Sdegnosa amante; e gli suoi regi fregi
Gli converse in colori, e ’l manto in ali.
     In questo tempio sovra il seggio agiato
De’ suoi maggiori, a sè Latino i Teucri
Chiamar si fece; e dolcemente in prima
290Così parlò: Dite, Troiani amici,
A che venite? chè venite in luogo
C’ha di Troia e di voi contezza a pieno;
Siatevi, o per errore o per tempesta
O per bisogno a questi liti addotti,


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