Pagina:Eneide (Caro).djvu/375

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334 l’eneide. [845-869]

845Destando amor di guerra; andrò spargendo
Per le campagne orror, furore ed armi.
     Assai, Giuno rispose, hai di terrore
E di frode commesso: ha già la guerra
Le sue cagioni; hanno (comunque in prima
850La sorte le si regga) ambe le parti
Le genti in campo, e l’armi in mano, e l’armi
Son già di sangue tinte, e ’l sangue è fresco.
Or queste sponsalizie e queste nozze
Comincino a godersi il re Latino,
855E questo di Ciprigna egregio figlio.
Tu, perchè non consente il padre eterno
Ch’in questa eterea luce e sopra terra
Così licenzïosa te ne vada,
Torna a’ tuoi chiostri; ed io, s’altro in ciò resta
860Da finir, finirò. Ciò disse a pena
La figlia di Saturno, che d’Aletto
Fischiâr le serpi, e dispiegârsi l’ali
In vèr Cocíto. È de l’Italia in mezzo
E de’ suoi monti una famosa valle,
865Che d’Amsanto si dice. Ha quinci e quindi
Oscure selve, e tra le selve un fiume
Che per gran sassi rumoreggia e cade,
E sì rode le ripe e le scoscende,
Che fa spelonca orribile e vorago,


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