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Pagina:Eneide (Caro).djvu/515

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474 l’eneide. [645-669]

645Ma ’l bellicoso Alèso incontro a loro
Si ristrinse ancor ei con l’armi sue,
E Ladóne e Demòdoco e Fereto
Occise in prima. Indi a Strimonio un colpo
Trasse di spada che la destra mano,
650Mentre con un pugnal gli era a la gola,
Gli recise di netto. E sì d’un sasso
Ferì Toante in volto, che gl’infranse
Il teschio tutto, e ne schizzâr col sangue
L’ossa e ’l cervello. Era d’Alèso il padre
655Mago e ’ndovino; e del suo figlio il fato
Avea previsto; onde gran tempo ascoso
In una selva il tenne. E non per questo
Franse il destino; chè già vèglio a pena
Chiusi ebbe gli occhi, che le Parche addosso
660Gli dier di mano: onde a morir devoto
Fu per l’armi d’Evandro. Incontro a lui
Mosse Pallante in cotal guisa orando:
Dà’, padre Tebro, a questo dardo indrizzo,
Fortuna e strada; ond’io nel petto il pianti
665Del duro Alèso; e ’l dardo e le sue spoglie,
A te fian poscia in questa quercia appese.
Udillo il Tebro; e mentre Alèso, aita
Porgendo ad Imaon, lo scudo stende
Per coprir lui, sè stesso discoverse


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