Pagina:Eneide (Caro).djvu/590

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[1070-1094] libro xi. 549

1070Gittò per terra. Orníto, un cacciatore,
Gli gía davanti, e stranamante armato
Cavalcava di Puglia un gran destriero:
Per sua corazza avea d’ispido toro
Un duro tergo; per celata un teschio
1075Di lupo che dal capo insino al mento
Sbarrava le mascelle, e digrignando
Mostrava i denti. In man portava, ad uso
Di contadini, un nodoroso palo
Di grave ronca armato. Egli nel mezzo
1080Degli altri suoi con le due teste andava
Sovrano a tutti, e le ferine orecchie
Ergea di cresta e di pennacchi in vece.
Camilla il giunse, lo fermò, l’occise
Senza contrasto: già che volta in fuga
1085Era la schiera sua. Sovra al suo corpo
Disse rimproverando: E che pensasti,
Tosco insolente? di venire a caccia
In qualche selva, e seguir damme imbelli?
Venuto sei là ’ve una dama armata
1090Col ferro amaramente vi rintuzza
La superbia e la lingua. Oh pur non poco
Ti fia di vanto, referendo a l’ombre
De’ tuoi: per man fui di Camilla occiso.
     Indi Orsíloco assalse, e Bute appresso,


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