Pagina:Eneide (Caro).djvu/659

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618 l’eneide. [1345-1369]

1345Desio che mi compiaccia (e questo al fato
Non è soggetto), che per mio contento,
Per onor de’ Latini, per grandezza
E maestà de’ tuoi, quando la pace,
L’accordo e ’l maritaggio fia conchiuso
1350(Che sia felicemente), il nome antico
Di Lazio e de le sue native genti,
L’abito e la favella non si mute:
Nè mai Teucri si chiamino o Troiani.
Sempre Lazio sia Lazio, e sempre Albani
1355Sian d’Alba i regi, e la romana stirpe
D’italica virtù possente e chiara.
Poichè Troia perì, lascia che pèra
Anco il suo nome. A ciò Giove sorrise,
E così le rispose: Ah! sei pur nata
1360Ancor tu di Saturno, e mia sorella.
E consenti che l’ira e l’acerbezza
Così ti vinca? Or, come follemente
Le concepeste, il cor te ne disgombra
Omai del tutto. E tutto io ti concedo
1365Che tu domandi, e vinto mi ti rendo.
La favella, il costume e ’l nome loro
Ritengansi gli Ausoni, e solo i corpi
Abbian con essi i Teucri uniti e misti.
D’ambedue questi popoli i costumi,


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