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§ 3. La rinunzia agnostica.

Fu osservato giustamente che la disposizione degli spiriti a questo riguardo tiene ad uno stato particolare dell’anima moderna rimpetto a certe questioni tradizionali; perchè una generale pacificazione sembra promessa alla società intera da quell’agnosticismo, critico o dommatico, a cui fanno capo tutte le vie della speculazione nel secolo scorso.

Poco più di trent’anni or sono, un illustre fisiologo (Du Bois Reymond) bandiva il concetto di tale agnosticismo, riassumendolo in un eterno Ignorabimus che pesa sulla scienza contemporanea.

E più di recente un movimento di pensiero, che costituisce un singolare ricorso nella storia della civiltà, si è destato intorno al grido «bancarotta della Scienza», intenzionalmente scelto a significare il chiaro principio che non possa il sapere dettar norma al volere. Non invano fu agitato il fantasma di una realtà che debba restare eternamente inaccessibile ad una qualsiasi determinazione scientifica!


Ma non rientra nel nostro quadro di esaminare qua, sotto tale aspetto, le conseguenze della rinunzia filosofica che si traduca nell’affermazione dell’inconoscibile.

Basti per noi osservare come una felice reazione si operi, ai dì nostri, contro questa pusillanimità dello spirito moderno, e si affermi ormai chiaramente in varii campi della Scienza.

Veramente coloro che ebbero l’audacia di porre dei limiti alle conoscenze umane, non sempre furono così prudenti da tenersi sul vago terreno delle cose non definite. Dimodochè siffatti limiti vennero per più parti sorpassati, in modo imprevisto, e si rese evidente non essere per nulla più legittimo affermare, intorno ad un soggetto qualsiasi, la nostra futura ignoranza, che credersi in possesso di una conoscenza non ancora raggiunta.

Citeremo un solo esempio istruttivo, ricordando come l’analisi spettroscopica, sia venuta a smentire, dopo pochi anni, l’affermazione di Augusto Comte vietante all’Astronomia di penetrare il mistero della costituzione chimica dei corpi celesti.


D’altronde le prove più sicure, sulle quali si vollero appoggiare delle conclusioni agnostiche, offrono poca resistenza al progresso della critica; sicchè possono assomigliarsi a certe fortezze, terribili macchine di guerra, che niuna potenza superiore riuscirebbe ad abbattere, se non fosse assai agevole ad un pugno di uomini di sorpassarle, girandovi attorno, senza impegnare alcuna battaglia.

Così appunto procede la Scienza, girando le difficoltà che si oppongono sul suo cammino!