Vai al contenuto

Pagina:Enriques - Problemi della scienza, 1906.djvu/229

Da Wikisource.

la meccanica 211


1) se fenomeni producentisi in certe condizioni simili, praticamente costanti, che riguardiamo come effetti di cause sensibilmente uguali, abbiano durate uguali rispetto alla sensazione d’isocronismo;
2) se fenomeni siffatti, confrontati al di là dei limiti della sensazione diretta, conducano ad un medesimo apprezzamento delle durate uguali;
3) se l’eventuale disaccordo che si riscontri nella verifica della supposizione 2) non possa rendersi sempre più piccolo, eliminando progressivamente per quanto sta in noi talune diseguaglianze notevoli dei fenomeni ritenuti uguali.

Le supposizioni che rispondono alle domande 1) 2) 3) costituiscono il postulato fondamentale della misura del tempo, a cui facciamo appello direttamente o indirettamente nella costruzione e nella correzione degli orologi. L’accordo degli orologi così costruiti, entro i limiti in cui è possibile ottenerlo, costituisce la verifica del postulato stesso; la verità del postulato può tenersi ipoteticamente come rigorosa, fino a che non si riscontrino errori sistematici, ma soltanto errori accidentali che tendano ad eliminarsi nella media.

Cerchiamo di apprezzare l’estensione del postulato introdotto.

A tale scopo riflettiamo che:

1) Sulla terra si ottiene già un primo accordo sensibile dei varii orologi a sabbia e ad acqua e più generalmente fondati sulla costanza del peso. E un accordo più preciso può essere raggiunto una volta riconosciuto con mezzi anzidetti l’isocronismo delle piccole oscillazioni del pendolo, tostochè questo principio venga assunto come supposizione fondamentale nella costruzione degli orologi a pendolo.
2) Le osservazioni astronomiche c’inducono a ritenere uguali certi intervalli di tempo in cui si compiono fenomeni di movimento quasi periodici; p. es., ad ammettere la costanza del giorno siderale, del mese, dell’anno ecc.

Ed i varii criterii di misura così ottenuti si accordano assai precisamente colla misura degli orologi terrestri e più precisamente fra loro; inoltre l’accordo ottenuto può sempre rendersi più preciso mercè opportune correzioni e confronti, secondo il postulato fondamentale.

È veramente notevole che il grado di esattezza delle verifiche accennate giunga ad un limite praticamente rigoroso, e non è affatto strano che piccole differenze si manifestino nelle misure fornite dagli orologi, quando si rifletta alle tante cause di variazione delle circostanze ritenute uguali: la variabile temperatura che influisce sulla caduta dell’acqua o della sabbia attraverso un piccolo foro o sulla lunghezza del pendolo, e di cui non si riesce bene a compensare gli effetti; le cause stesse che possono modificare la gravità in un dato luogo della terra; le condizioni del sistema planetario, lentamente mutabili all’infuori delle variazioni periodiche; la variazione dello stesso universo astronomico che riteniamo come condizione costante!