Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
la meccanica | 211 |
Le supposizioni che rispondono alle domande 1) 2) 3) costituiscono il postulato fondamentale della misura del tempo, a cui facciamo appello direttamente o indirettamente nella costruzione e nella correzione degli orologi. L’accordo degli orologi così costruiti, entro i limiti in cui è possibile ottenerlo, costituisce la verifica del postulato stesso; la verità del postulato può tenersi ipoteticamente come rigorosa, fino a che non si riscontrino errori sistematici, ma soltanto errori accidentali che tendano ad eliminarsi nella media.
Cerchiamo di apprezzare l’estensione del postulato introdotto.
A tale scopo riflettiamo che:
Ed i varii criterii di misura così ottenuti si accordano assai precisamente colla misura degli orologi terrestri e più precisamente fra loro; inoltre l’accordo ottenuto può sempre rendersi più preciso mercè opportune correzioni e confronti, secondo il postulato fondamentale.
È veramente notevole che il grado di esattezza delle verifiche accennate giunga ad un limite praticamente rigoroso, e non è affatto strano che piccole differenze si manifestino nelle misure fornite dagli orologi, quando si rifletta alle tante cause di variazione delle circostanze ritenute uguali: la variabile temperatura che influisce sulla caduta dell’acqua o della sabbia attraverso un piccolo foro o sulla lunghezza del pendolo, e di cui non si riesce bene a compensare gli effetti; le cause stesse che possono modificare la gravità in un dato luogo della terra; le condizioni del sistema planetario, lentamente mutabili all’infuori delle variazioni periodiche; la variazione dello stesso universo astronomico che riteniamo come condizione costante!