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introduzione 37


Ecco qualche esempio dell’influenza che tali vedute esercitano sulla ricerca.

La concezione epigenetica, suggerendo l’idea dell’isotropia dell’uovo, induce Pflüger a mettere in luce l’azione della gravità sullo sviluppo di esso, mostrando (con opportune esperienze su uova di rana fecondate) come i piani di segmentazione si dispongano perpendicolarmente alla forza che vi agisce; s’interpretano di solito queste esperienze come provanti l’isotropia del citoplasma. Ma per contro W. Roux sostiene l’anisotropia del nucleo, conforme alla sua rappresentazione tendente verso il preformismo, e questa veduta lo guida ad esperimentare come avvenga lo sviluppo dell’uovo, sottratto con un lento moto rotatorio, all’azione della gravità, e induce Chabry ad effettuare le sue ammirevoli esperienze sulle Ascidie, uccidendo alcuni blastomeri dell’uovo ed ottenendo delle larve incomplete.

Alla lor volta le conclusioni che sembrano suggerite da codeste esperienze trovansi in contrasto coi resultati di altre esperienze (Driesch, Wilson) su anfibii, echini ecc., dove uccidendo un blastomero si ha la riproduzione di un embrione completo. Ed in appoggio della veduta epigenetica dell’isotropia dell’uovo, vengono anche talune osservazioni di Embriologia comparata, ad es. quella che i foglietti embrionali si equivalgono pei tunicati.

Tali apparenti contraddizioni non fanno che accrescere interesse ai tentativi volti a cogliere fatti così varii con una adeguata rappresentazione. E tuttavia gli esempi sopra citati non hanno che un rapporto indiretto colle vedute intorno alla costituzione del germe.

Più veramente si palesa l’importanza di siffatte vedute nelle questioni generali dell’eredità.

Fino a pochi anni or sono l’eredità dei caratteri acquisiti era generalmente accettata come un fatto, che mirabilmente si acconcia alle vedute epigenetiche. Ma ecco Weismann, mosso dalla sua concezione teorica del plasma germinale si solleva arditamente a contestarla, ed Emery, accogliendo il fondamento di tale dottrina, viene a renderla più accettabile col temperare (mediante la ipotesi degli enzimii) il principio della non ereditabilità, relativamente agli effetti generali delle intossicazioni.

La recente polemica su questo tema fra Spencer e Weismann è troppo nota. A noi non spetta di pronunziare un giudizio. Ma chi potrà disconoscere l’importanza di certe rappresentazioni, se esse hanno la virtù di suscitare un così istruttivo dibattito; se da esse si promuovono nuove osservazioni ed esperienze, nuove distinzioni di fatti, il cui valore obiettivo non può essere impugnato da alcuno?

    è ormai abbandonata, in seguito agli studi embriologici col microscopio. Ma il nuovo preformismo postula l’esistenza nel germe di elementi diversi, rappresentativi, sia delle parti anatomiche dell’organismo adulto, sia dei caratteri o delle proprietà elementari di questo.