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fatti e teorie 61

zioni diverse, in rapporto ai più disparati giudizii apprezzativi. Che cosa esprime questa parola?

Anzitutto, ad ogni fatto, in quanto contiene un invariabile rapporto di coesistenza o di successione, si lega un certo sentimento di necessità, che attesta impossibile di vietare volontariamente la conseguenza, quando si è voluta la premessa.

Tuttavia il nostro potere sulla realizzazione della premessa è, in un certo senso, tanto più grande quanto più particolare è il fatto. In questo senso i fatti generali si sottraggono maggiormente al dominio della nostra volontà, e ci si presentano quindi accompagnati da un sentimento di necessità più forte.

Ma il sentimento della necessità di un fatto non ha soltanto questo significato, limitativo della nostra volontà. Esso interessa soprattutto la Gnoseologia, in quanto vi si collega l’illusione che certe rappresentazioni costruite a posteriori, sulla base di osservazioni o esperienze preliminari, abbiano un valore a priori, e si estendano quindi illimitatamente al di là del campo cui queste si riferiscono. Importa perciò di rilevare che una siffatta necessità di ordine psicologico, resta sempre un sentimento, il cui valore è puramente subiettivo, cioè che non può essere invocato come prova di sussistenza obiettiva.

La storia della Scienza ne porge documenti espressivi.

Basti citare ad esempio la spiegazione che, innanzi Torricelli, si dava, del salire dell’acqua nelle pompe, fatto riguardato come necessario da chi presumeva che la natura avesse orrore del vuoto. Codesta necessità è venuta meno, nonostante il suddetto orrore, quando l’uomo pretese di affaticare la natura, facendole tirare l’acqua al disopra di una diecina di metri!

L’insegnamento che scaturisce da simili esempii, diventa induttivamente chiaro anche per riguardo alle rappresentazioni più generali, quantunque sia da notare qui una forte presunzione, che i concetti coordinatori di molteplici osservazioni elementari, formati per una lunga elaborazione psicologica, sieno bene adattati all’insieme dei fatti, almeno in un certo campo. Ancora può dirsi che il valore obiettivo delle conoscenze contenute in tali concetti, può essere stabilito, in ultima analisi, soltanto dall’esperienza; la quale deve in ispecie delimitarne il campo di applicabilità e misurarne il grado di esattezza, mediante un confronto delle previsioni che vi si appoggiano.

Rimandando ai capitoli III, IV, V, per un più largo esame della questione, basti qui concludere, che non possiamo riconoscere un fondamento filosofico alla distinzione tra «fatti» e «leggi», accogliendo la veduta di A. Naville1, che vi sieno scienze teorematiche, le quali, indipendentemente dal contenuto, si volgano ad intrecciare «le canevas de la réalité».

  1. «Nouvelle classification des Sciences», Paris. Alcan, 1901. Cfr. la critica di G. Vailati nella Rivista di Biologia generale, luglio 1902.