Pagina:Enriques - Problemi della scienza, 1906.djvu/94

Da Wikisource.
82 capitolo ii

sentativa fondamentale? quali conseguenze fisiche importa ancora l’esistenza fittizia dei fluidi elettrici?

Il valore dell’ipotesi anzidetta non è bene determinato, finchè non si prestino ai fluidi immaginari alcune proprietà dei fluidi reali; ed è chiaro che a priori non vi è alcun limite alla determinazione in questo senso del sistema di immagini. Si applichino ai fluidi elettrici i principii della Meccanica, e (ad es. con Gauss) si supponga quindi che:

6) la condizione d’equilibrio s’esprima rendendo massimo o minimo il potenziale delle masse elettriche sopra se stesse.

Il calcolo permette allora di determinare la distribuzione del fluido in un conduttore elettrizzato. La conseguenza è che:

L’elettricità si distribuisce in un conduttore soltanto sopra la superficie e non nell’interno, e la distribuzione superficiale dipende, in un modo analiticamente ben definito, dalla quantità d’elettricità (massa) e dalla forma della superficie anzidetta. Questo teorema di distribuzione costituisce il fatto fisico fondamentale a cui la teoria conduce; e se ne hanno differenti verifiche nelle esperienze di Faraday, che constatano la non esistenza d’elettricità all’interno dei conduttori, nel potere dispersivo delle punte, ecc.

Anzi può dirsi, in un certo senso, che il suddetto teorema di distribuzione equivale alla teoria di Poisson, cioè ne enuncia insomma tutto il contenuto positivo; e di più la prima parte del teorema equivale da sola all’insieme delle altre ipotesi, se si dice la rappresentazione meccanica dei fluidi elettrici. Infatti dalla non esistenza di elettricità all’interno di un conduttore (esperienze di Faraday) si deducono a loro volta le leggi dell’attrazione elettrica e in ispecie quella di Coulomb, che acquista in tal modo un grado d’approssimazione più grande di quello che le viene dall’esperimento diretto (Bertrand).


Ora notiamo che la rappresentazione posta a base della teoria elettrostatica di Poisson può mutarsi in modo grandemente arbitrario, costruendo una serie di teorie equivalenti.

Accenniamo soltanto all’ipotesi del fluido unico, e a quella di Maxwell che surroga al concetto di masse attraentisi e repellentisi, quello di un mezzo elastico interposto esercitante sui corpi elettrizzati delle pressioni e tensioni (cfr. cap. VI).

È difficile confrontare queste diverse teorie sotto l’aspetto della facilità di previsione o della economica descrizione dei fatti accennati, in esse ugualmente contenuti. Così la scelta viene determinata da altri criterii, cioè dalla adattabilità di esse ad un ordine più esteso di rapporti. Invero rispetto ad una estensione della teoria, le ipotesi rappresentative non sono più da considerarsi come indifferenti; così, p. es., la teoria del fluido unico si presta a render