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Pagina:Erodiano - Istoria dell'Imperio dopo Marco, De Romanis, 1821.djvu/107

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istoria libro iii. 103


ti dall’emulazione, parteggiavano per Negro, ricovrando que’ suoi soldati che erano scampati dalla fuga, e quei che venivano a difendere la Bitinia. Per la qual cosa, di ambedue le città, sortendo quasi da’ quartieri loro i soldati, vennero di bel nuovo alle mani, e, dopo ferocissima zuffa, rimase di gran lunga superiore la parte di Severo. I soldati di Negro che sopravvissero, voltate le spalle, si ricoverarono alle gole del monte Tauro, e si trincerarono entro le sue collegate trincee. Ma Negro, lasciata quivi quella guarnigione che credeva sufficiente, partì per Antiochia con animo di ragunare e gente e denari.

Infrattanto l’esercito di Severo, valicata la Bitinia e la Galazia, e scorso in Cappadocia eziandìo, dette l’assalto alle trincee che gli presentarono strana e dismisurata fatica: il cammino era aspro e stretto: i nemici, ruotolando loro addosso gran sassi, valorosamente combatteano, ed erano in istato di prevalere per la superiorità del sito a numero assai maggiore. Imperocchè ha esso via per due angustissimi sentieri, l’un de’ quali è dove il monte si dirupa, e l’altro rimane impaludato dall’acqua che ne divalla, ed ambedue, per nuove fortificazioni aggiuntevi da Negro, si rendeano impraticabili.