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sacerdotali rendere più auguste le nozze. Ma poco dopo anche questa scacciò, e prese la terza moglie, che si dicea appartenere all’illustre sangue di Comodo.

Ma non solo si facea beffe de’ matrimonj degli uomini, ma andava per anche in cerca di moglie pel suo dio. Fatta dunque trasferire nella sua camera l’immagin di Pallade, che i romani tengono riposta e in grandissima venerazione, nè mai fanno vedere a persona, e insin dal tempo che fu tratta d’ilio non mosser mai di luogo, se non quando arse il tempio, la diè per moglie al suo dio. Indi, non più gli garbando quella dea belligera e sempre armata, ordinò che gli si facesse venire dall’Africa l’immagine di Urania, cui quei popoli son grandemente devoti, avendo per fede che sia opera della fenicia Didone, da lei fatta, quando entro le striscie del secco cuojo edificò l’antica città di Cartagine. Essi africani Urania, i fenicj Astroarche la chiamano, affermando esser la luna. Bene addirsi, argomentava Antonino, un conjugio tra il sole e la luna: e perciò dette ordine che si arrecasse il simulacro con quant’oro e denari fosser nel tempio, per costituirne una dote al suo dio. Portato che fu e situalo presso Eliogabalo, bandì che per tutta Italia si dessero feste e spettacoli con quanta si potea maggiore allegrezza, per