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gittava giù al popolo vasi d’oro e d’argento, vesti di varj drappi, animali di ogni spezie, eccetto i porci, de’ quali si astenea per legge fenicia. E non si vietando a persona di prendersi ciò che gli fosse piaciuto, vi era sempre in quella calca gran mortalità di gente, parte calpestati, e parte feriti dallo scontro delle bajonette de’ soldati, cosicché una tal festa diveniva a molti fatale. Spesso poi solea dare di se spettacolo al pubblico, e porsi in mostra o di cocchiere, o di ballerino, ispazientendo di tener nascosti i suoi vizj; e varie volte fu visto venir fuori cogli occhi lisciati e le guancie imbellettate, e il bello e leggiadro suo viso imbruttire di stomachevoli empiastri. A’ quali suoi portamenti ponendo mente Mesa, e temendo che non se ne sdegnassero i soldati, e che la sua mina le potesse esser cagione di ricadere in istato privato, persuade il giovinastro semplice e sciocco ad adottare il suo cugino nato di Mammea, e a dichiararlo cesare: e per indurcelo maggiormente, gli fece vedere che a lui si convenìa darsi tutto al sacerdozio e alla celebrazione de’ divini misterj, e per occuparsene interamente, essergli duopo commettere ad un altro la cura degli affari umani, per poter regnare senza briga e molestia: non però consigliarlo a scegliere un forestiere, e che non fosse seco loro congiunto di sangue