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ro traversarono tra le guardie, che in parte briache e sonnolenti, avevano forza appena di tenere su le loro armi, ed in parte non si davan carico d’indagare ciò che credeano a se non appartenersi. Così di nottetempo e di soppiatto fu messo fuori il corpo del principe, e posto su di una carretta fu gittato nell’Aristeo.

Intanto Leto, Eletto, e Marzia, consultato a lungo il modo di regolarsi, deliberarono di far correr voce che foss’egli morto di un colpo apopletico. Il che stimarono doversi credere facilmente, per essere stato solito a empiersi il ventre a tutt’ora di cibi soverchj. Ma, innanzi a ogni altra cosa , parve loro di dovere scerre per imperadore un uomo attempato e prudente, col di cui mezzo ed essi campar potessero la vita, e gli altri tutti quietarsi dalla paura durata entro il corso di quella fiera e soverchiatrice tirannide. Dopo matura deliberazione, convennero non esservi persona più idonea di Pertinace. Era Pertinace un’italiano di valore specchiato ed in guerra ed in pace, insignito di molte vittorie riportate contro le nazioni di Germania e di Oriente, e solo rimanea di quei prudenti e venerandi uomini, che il padre donò a Comodo, e cui più di ogni altro generale deferisse. Vivea tuttavia Pertinace, o per vergogna che avesse Comodo di dar morte a uomo sì grave,