Pagina:Erodiano - Istoria dell'Imperio dopo Marco, De Romanis, 1821.djvu/74

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Il senato dunque e gli altri tutti eran di opinione di doversi beare nel godimento di un dolce riposo, e ci si confermavano sempre più, riguardando che Pertinace si pareggiava seco loro in guisa di non menarsi a palazzo il figliuolo suo già grandicello, e di ritenerlo privatamente nella sua casa; di maniera che come ogni altro lo mandava alla scuola od a’ giuochi senza differenziarlo di nessuna pompa non che tirannica, ma neppure imperiale. Vivendo dunque Pertinace di vita sì savia e rimessa, vi ebbe solo i soldati pretoriani che si sdegnassero del presente stato delle cose, dando mostra di cercare la perduta licenza della violenza e delle rapine. Quindi, tra il vino e le vivande, presero partito di levarsi dinanzi Pertinace, come a se grave e molesto, ed in sua vece eleggere un imperadore indulgente che fondesse l’errano, e lasciasse loro la briglia ad ogni cattività. Improvvisamente dunque di mezzogiorno, e mentre nessuno poneavi mente, dan di piglio alle armi, e minacciosi e feroci a corsa di soldati, colle aste basse e le spade ignude, si spingono entro il palazzo. Spaventati da questo, quasi scoppio di fulmine, i domestici di palazzo, nè osando pochi contro a’ tanti, e senz’armi ad armati fare resistenza, fuggon via, sparpagliandosi chi da un lato chi dall’altro. Pure alcuni de’ più fedeli avendo av-