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In uno sconvolgimento generale di uno stato come quello dell’ex-reame delle due Sicilie, in cui si deve ricostruire la macchina sociale con proporzioni e sostanze ben diverse dalle anteriori, è egli mai possibile che essa possa avere un moto regolare per ottenerne i risultati che si propone un nuovo artefice, se alle ruote di piombo unisce quelle d’oro di differente dimensione? Se pretende che le ruote d’un orologio da campanile possano armonizzare con quelle d’un orologio da tasca e dar un esatto risultato? Certo che no. Quindi, se l’ex-reame delle due Sicilie vuol farsi armonizzare con la gran macchina italiana, è necessario riformarne le singole parti.
Come ogni governo saggio pratica, per straordinario caso, anche il Governo Borbonico, durante il suo dominio in quei paesi, non ha fatto che piazzare negl’impieghi gli uomini che rispondevano allo spirito corruttore del suo governo dispotico. Quindi in genere tutti quelli che erano addetti al servizio del Borbone, sia per cattivo animo, sia per tema di perdere l’impiego, sia per ambizione particolare, sia per stoltezza o debolezza, la massima parte seguiva lo spirito del Governo.
Durante i lunghi anni in cui, a forza di corruzioni e di violenze, regnò quella ese-