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fece quindi non pure un precursore, un contemporaneo d’Omero, ma un consanguineo.
L’imaginazione, fatti i primi passi intorno al suo idolo, non s’arresta più, e gli prodiga le sue più fresche creazioni divine. Noi ne ridiamo, come ridiamo delle parole d’un uomo appassionato, perchè in quelle parole noi non vediamo il riverbero d’un cuore infiammato. Quindi si creò un dramma intorno alla sua morte, come una specie di dramma si creò intorno alla morte d’Omero.
Plutarco nel Convito di Diocle1 ci narra, come Esiodo cadesse vittima innocente di alcuni, che credettero vedere in lui l’oltraggiatore d’una loro sorella. L’imaginazione si compiace dei contrasti per dare risalto maggiore al suo obietto. Era perciò naturale sorgesse la fola, che Esiodo nemico di ogni ingiustizia e d’ogni violenza perisse per mano d’uomini iniqui, e fosse
- ↑ Conv. XV.