Pagina:Esiodo - Poemi, 1873.djvu/226

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     In guerra per gli armenti. — Egli, lasciate
     Le patrie rive, chiese a Tebe aita,
     Di Cadmo ai figli imbracciator di scudi.
     Coll’amata sua sposa ivi abitava
     Non libando d’amore il dolce fiore
     Chè vieto gli era colla sua diletta
     Nel talamo giacersi, in fin che i prodi
     Spenti fratelli vendicato avesse
     Della sua cara, ed a vorace fiamma
     Data ogni villa degli eroici duci
     Dei Tafii e Telebòi:2 tal gli fu posta
     Legge, e mallevador n’erano i numi.
     E devoto al suo giuro a compier tosto
     La grand’opra s’accinge, a lui commessa
     Dalla mente di Giove. A lui s’uniro
     I Bëoti di pugne avidi e stragi,
     Calcator di puledri, e dagli scudi
     Spiranti guerra; e i Locrii armati d’asta,
     E i valenti Focei d’Alceo lo strenuo
     Germe di tante genti è altero duce.
Intanto il padre dei mortali e numi

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