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118 ESPERIEN. INT. AGL’INSETTI

van nuotando guernite delle quattro gambe, non meno che della coda.

Ma che vi dirò io di quell’altre ranuzze o botticine, le quali il volgo crede che di state piovano dalle nuvole, o vero che s’ingenerino fra la polvere in virtù delle gocciole d’acqua piovana in quel momento ch’ella cade dall’aria? Io ne favellai a bastanza nell’Osservazioni intorno alle vipere, osservando che quelle ranuzze, le quali si veggono quando viene qualche spruzzaglia di pioggia, hanno avuto il lor natale molti giorni avanti, e si trattengono nell’asciutto e s’acquattano o tra’ cespugli dell’erbe, o tra’ sassi, o nelle bucherattole della terra; e perchè son del colore di essa terra, non è così facile, quand’elle stan ferme e rannicchiate, che l’occhio tra la polvere le possa distinguere: e quel vedere ch’ell’hanno lo stomaco pieno di cibo e le budella piene di molti escrementi in quello stesso momento nel quale si credon esser nate, parmi che sia un evidente contrassegno di quella verità; della quale non son io il trovatore, conciossiecosachè infin nell’Olimpiade cenquattordicesima, o poco dopo, ne’ tempi del primo Tolomeo re d’Egitto, ella fu recitata nella scuola peripatetica di Teofrasto Eresio successor d’Aristotile; come si può chiaramente vedere nella libreria di Fozio,