Pagina:Esperienze intorno alla generazione degl'insetti.djvu/163

Da Wikisource.
162 ESPERIEN. INT. AGL’INSETTI.

ne fanno poscia in gran numero; dalle quali nascon que’ vermi che noi gli chiamiamo bruchi, e da’ Latini detti furono Erucae: questi bruchi fino ad un certo determinato spazio di tempo si nutriscono di foglie d’alberi e d’erbe proporzionate, ed in quel mentre s’addormentano più volte e gettano più volte la spoglia; ma quando son finiti di crescere, alcuni tessono intorno a sè un bozzolo di seta, altri non fanno bozzolo, ma si raggrinzano e s’induriscono e si trasformano in crisalidi o aurelie, e nel raggrinzarsi e nell’indurirsi cavan fuora due o tre fili di seta, co’ quali tenacemente s’attaccano a qualche tronco d’albero o a qualche sasso: cert’altri però d’un’altra razza, ancorchè si raggrinzino e s’induriscano e si trasformino in crisalidi, non filano que’ due o tre fili di seta, e non s’attaccano a verun luogo, e possono esser trabalzati dal vento in qua ed in là. Finalmente da’ bozzoli e dalle crisalidi ignude nascono o, per dir meglio, scappan fuora le farfalle come da un sepolcro, ed ogni razza ha il suo preciso e determinato tempo di nascere: imperocchè alcune razze scappan fuora in capo a pochi giorni, altre indugiano delle settimane ed altre de’ mesi: anzi i bruchi di questa terza razza, trasformandosi in crisalidi ignude, o fabbricandosi intorno il bozzolo nel fine della