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20 ESPERIEN. INT. AGL’INSETTI

eccedono del loro corpo, che è tutto nero di color ferrigno brunito e lustro, nel ventre inferiore, il quale rassembra nella figura a quello delle formiche alate, con qualche rado peluzzo mostrato dal microscopio. Due lunghe corna o antenne (così le chiamano gli scrittori dell’istoria naturale) su la testa s’inalzano: le prime quattro gambe non escono dall’ordinario dell’altre mosche; ma le due diretane sono molto più lunghe e più grosse di quello che a sì piccolo corpicciuolo parrebbe convenirsi; e son fatte per appunto di materia crostosa simile a quella delle gambe della locusta marina; hanno lo stesso colore, anzi più vivo, e così rosso che porterebbe scorno al cinabro; e, tutte punteggiate di bianco, paiono un lavoro di finissimo smalto.

Queste così differenti generazioni di mosche uscite da un solo cadavero non m’appagarono l’intelletto; anzi stimolo mi furono a far nuove esperienze: ed a questo fine apparecchiate sei scatole senza coperchio, nella prima riposi due delle suddette serpi, nella seconda un piccion grosso, nella terza due libbre di vitella, nella quarta un gran pezzo di carne di cavallo, nella quinta un cappone, nella sesta un cuore di castrato; e tutte, in poco più di ventiquattr’ore, inverminarono, e i vermi, passati che furono cinque o