Pagina:Fantoni, Giovanni – Poesie, 1913 – BEIC 1817699.djvu/113

Da Wikisource.

libro secondo 107

XII

Al barone Luigi d’Isengard

per il giorno natalizio del marchese Carlo di Fosdinovo

(1782)

     Prole germanica, nata sul ligure
mare, che in carcere fra i monti mormora,
deponi il comico socco ed assiditi.
Giá splende candida la mensa, fumano
5i cibi: a Fillide t’appressa; Argenide
accanto io voglio; prema Coricio
furtivo il candido braccio di Cloride.
È questo il lucido giorno, che nascere
vide il magnanimo Carlo: si colmino
10le tazze, schiudansi quelle bottiglie
di biondo «malaga», che in don mi diedero
quando Minorica cadde ed il gallico
duce, fra i cantici della vittoria,
giurò all’iberico deluso orgoglio
15l’ardue di vincere torri tartessie;
ma invano, ch’Elliot vegliava intrepido,
infaticabile alla custodia,
fra l’anglo-teutoni schiere invincibili.
Beviam: le garrule gioie ripetano
20il nome amabile, gl’inni risuonino;
le cure pallide, cinte di porpora,
coi regi alberghino, d’Europa spingano
lontano l’avido Gradivo e annodino
in sacro vincolo indissolubile
25monarchi e popoli. Pace e giustizia
ridestin gli utili costumi, candida
fede il commercio protegga ed animi,
e dalle nordiche onde all’antartiche
sofia, benefica di tutti gli uomini,
30formi una stabile lieta famiglia.