Pagina:Fantoni, Giovanni – Poesie, 1913 – BEIC 1817699.djvu/204

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198 scherzi



     L’aspro pensiero pallido
tinge la faccia smorta;
quando una voce ascoltasi,
che il suo dolor conforta:

     65— Psiche, che tardi? in Idalo
perché non fai ritorno?
Psiche, t’affretta; Venere
regge i destrier del giorno.

     Impaziente chiamati
70a nome il tuo diletto,
e ad ogni moto volgesi
per l’inquieto letto.

     Io son l’amico genio,
nunzio fedel di pace. —
75Cede la stanca vergine
al dolce invito, e tace.

     Nube feconda e gravida
di brina rugiadosa
al del nemico ed invido
80copre d’Amor la sposa,

     che affretta il passo e crucciasi
che mai non giunge dove
i suoi sospir la guidano,
dove il suo ben ritrove.

     85Di sacri mirti e d’edera
giunge a un boschetto ombroso:
a riposare invitala
un venticel pietoso.

     Dispar la guida: candida
90colomba allor dal suolo
s’erge, tre volte incurvasi
e poi dispiega il volo.