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Pagina:Fantoni, Giovanni – Poesie, 1913 – BEIC 1817699.djvu/208

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202 scherzi


     Tardi i ciclopi abbassano
30le stanche braccia ignude,
e ritti s’addormentano
su la trinacria incude.

     Sol Polifemo, il siculo
pastor, non ha riposo,
35che nutre in sen sollecito,
mesto pensier geloso.

     Curvo su l’antro, volgesi
spesso al soggetto mare,
su cui né l’alma Doride,
40né la sua figlia appare.

     Sotto del monte incurvasi
vasta spelonca annosa:
qui Galatea con Acide
siede, al ciclope ascosa.

     45I folti dumi coprono
la solitaria entrata
con l’edra e la pieghevole
vitalba imprigionata.

     Stanco il fratel di Sterope
50del vano indugio, scende
dal monte, dove l’orrida
rupe un torrente fende.

     Vede gli amanti stringersi
al sen fra dolci amplessi,
55e del piacer, fra i languidi
moti, obliar se stessi.

     Freme, sospira e incurvasi
prono sul monte; ondeggia,
crolla la rupe e stridula,
60cadendo, romoreggia.