Pagina:Fantoni, Giovanni – Poesie, 1913 – BEIC 1817699.djvu/260

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254 scherzi



     E dove il collo eburneo
sembra che in seno inclini,
m’allenta i bianchi lini
l’amica Voluttá.

     65Denso vapor circondami,
ove, fra il dubbio lume
di mille oggetti, il nume
mi tesse un dolce error.

     Cosí l’immagin concavo
70igneo cristal figura
su l’incantate mura
al ciglio ammirator.

     Non piú d’erbette vedova
mi par la mesta sponda,
75non piú sdegnata l’onda,
né piú turbato il ciel.

     Di fior si veste il margine,
il letto l’onda scopre,
e nube piú non copre
80l’etra di fosco vel.

     Siepe di mirto idalio
intorno al rio si stende
pietosa, e mi difende
dal verno agitator.

     85E un tepidetto zeffiro
v’alberga prigioniero,
e lambe passeggero
variopinti fior.

     Cosí, Paimiro, ascondesi
90spesso nell’onde il giorno,
e, quando fa ritorno,
spesso mi trova a ber: