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266 | scherzi |
Fra le atre cure torbide,
30che seguon le guerriere
falangi, e che sen volano
fra l'armi e le bandiere,
me deil’ultrici furie
le pallide seguaci
35a disturbar non giungono
nelle secrete paci
d’un antro, dove tessere
godo al nemico affanno,
in sen della mia Fillide,
40un amoroso inganno.
L’aurora nasce, e nascono
i miei pensier con lei;
il dì sen muore, e muoiono
con quello i pensier miei.
45Il vano cuor non m’agita
indiscreto desio:
a che l’altrui pretendere,
quando mi basta il mio?
Forse mi gioverebbero
50i tesori di un Creso,
quando desio insaziabile
m’avesse il cuore acceso?
Sarei inquieto e povero
fra l’oro e fra l’argento,
55e del piacer lo stimolo
saria quel del tormento.
Non curo o sprezzo i vortici
d’un mondo tempestoso:
un soglio non compensami,
60se perdo il mio riposo.