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314 idilli

V

La morte di Misi

1
     Sotto concava rupe, ove, gemente,
dal monte delle palme, procelloso,
nella valle precipita il torrente,
Misi tessuto avea di giunco algoso,
dove nascea da raso tufo un fonte,
umil capanna sul pendio del monte.
2
     Quivi veduto aveva il sol con gli anni
sei volte dieci ricondurre il giorno,
né mai la noia o gl’inquieti affanni
spiegâro il pigro volo a lui d’intorno:
nella povera sua beata sorte
godea la vita e non temea la morte.
3
     La lunga barba gli scendea sul petto,
e sparso su le spalle il bianco crine;
sul venerabil amoroso aspetto
e della calva fronte in sul confine
regnavan l’innocenza ed il candore,
ed eran gli occhi suoi nunzi del cuore.
4
     L’ultimo giorno omai si appressa. Ei sente
che la fatal necessitá lo preme:
la capanna abbandona, egro e languente
chiama in soccorso le sue forze estreme;
su nodoso bastone incurva il passo,
e sale alfin dov’ha la meta il sasso.